Timido è il piede
quando incontra
prati da convincere,
disimpara a tratti
ogni sapienza remota
e chiede aiuto alle mani
per nascondere
le sue incertezze.
Carri dorati lo scortano,
servi desiderosi di schiavitù e
dee di terza scelta, ma lui fatica
ad alzar la polvere dai lacci.
Che senso avrebbe il mondo se
lei fosse cacciatrice?
Il tondo inseguirebbe lo stinco
e ogni tecnica si pareggerebbe..
Ma qui la stella implode,
riflette sulla geometria piana ed
esige fama da corde vocali
parate a festa.
Guardie,
chiudete le nove muse nella rete,
il padrone ha sentenziato
ed è tempo di gioie imperfette...