Scende la luna agghindata da raggi di sale,
e spariscono le ombre illuminate dalle stelle,
da quei riflessi di luce che filtra inargentate
sulle acque ai confini del cielo.
E mille vaghi aspetto sfuggente
che richiami alla morale la gente,
che umilia la vita con “non me ne frega niente”
Il notturno albore rispecchia
il manto tuo bello, sull’otto Marzo,
giorno più laconico della gelida tua ombra
che separa i pensieri dal ventre che ti amo.
Violata la sua pace di una donna picchiata
e abbandonata in riva al torrente.
Brillano le prime gocce di rugiada
illuminate dall’aurora e mi
accorgo solo ora, che quelle sono
le tue lacrime d’argento.