Il lago al mattino era annaffiato d'ebbrezza,
il mare emulava con staffette di onde,
mentre volubile sfoggiava un mantello
con parate d'indaco, d'azzurro e d'incanto.
Soggiogato agli albori dalla corte focosa del vento,
era evaso assonnato da un torpore di luna,
e fatali eran state le folate d'amore,
tanto che spirali di bagnanti gabbiani
la voluttà dell'acqua avevan lasciato.
Intanto un pittore celato su in cielo,
con sprazzi di vele l'indeciso colore violava,
le giostrava con fili segreti,
accendendo lindo stupore
nei fili d'erba di occhi bambini.
Poi, verso l'ora sovrana dei cuori,
il sole chiudeva la teatrale passione del giorno,
e di rosa cuciva ponti di quiete fra acque e orizzonte,
mentre un monte appoggiato alle sponde
gongolava in questo splendore.
Una miniatura di faro ci stava a guardare,
mentre noi si guadava la vita a mani intrecciate,
e suadente ci sussurrava
che domani sarà un nuovo giorno d'amore.