Dolcemente muore,
il rintocco di un orologio lontano,
la mia vita ormai appesa ad un filo,
una carezza donata all’orizzonte,
una lacrima scivolata su una guancia.
Dolcemente muore,
la voglia malsana di farsi del male,
di fermare i battiti del mio cuore,
e avvelenarmi con gocce di sudore
stesi e immobili su un piano inclinato.
Dolcemente muore,
l’irrimediabile gioco del passato,
una canzone mai scritta,
una frase rubata,
l’idea contorta di stendersi al sole.
Dolcemente muore,
la vana forza di continuare a respirare,
la sentenza di uomo avvolto nell’ombra,
la debolezza della nostra anima.
Dolcemente muore,
e prima che tu te ne accorga,
lentamente,
rinasce.