Preferivo la tratta dell’autobus
al metrò, rettilineo incontrastato,
infinite parallele del conformismo,
indesiderabili utopie,
parossismi inconfondibili,
sempre ugualmente conformate
al plumbeo silenzio delle rotaie!
La vivacità dell’itinerario
che scruta Paesi, cattedrali.
Di contro, pedissequa sequenza
d’oscuro sottopassaggio,
miscellanea di striduli suoni,
balzani, sconclusionati moti
di un caduco e celato paesaggio!