Tu sei il regista dei miei giorni
ed io quello dei tuoi treni persi.
Rimango stazione fantasma,
e non più treno che si ferma a guardarti mentre ti dipingi addosso
semafori daltonici.
Rimango voce senza volto,
tutto il corpo è impostato ad un secondo
e non permette altro tempo.
Adesso che mi hanno portato i tuoi organi interni,
sento il bisogno di sdradicarti dalle tue operazioni letali,
fissarti sulla mia facciata,
dipingendoti la vita che non ti sei preso.