Mani di fanciulli
sporche di rose e tabacco,
musica esausta dei clacson,
degli umori di città.
Facce immobili,
passi inerti senza sale
solo, l'odore acre del sole.
Come i limoni
del sapone sui vetri delle macchine,
della poesia di Montale.
Racconti rossi di rabbia e sangue,
sulle magliette
il volto di Che Guevara.
Un violino in lontananza
canta, stanco
come il motore di un auto o l'eco di un addio.