Non ho grandi affreschi
né mitiche allucinazioni da mostrarvi.
Solo la stupidità e l’ingordigia di un infante che,
ogni volta che trova davanti a sé
l’altezzosa presunzione di una precisa saggezza femminile,
brucia muto ogni tentativo di risposta
e si chiude nel suo guscio sempre più impaurito.
Le ali del mio angelo si sono fatte troppo grandi
e maestose per non poterne avere paura,
come una crepa che diventa un abisso
o un sasso gettato nell’acqua che fa i suoi cerchi
sempre più grandi.
Caro Gozzano, perché mai scrivo?
Per nascondere questo fastidioso rancore?
Non so amare, quindi?
Esiste un metodo, forse?
Non conosco altro mestiere
che quello del “mercante di emozioni”.
Ma per adesso non ho venduto ancora nulla.
I mercanti bravi non conoscono la Timidezza.