Sa da dove è partito,
sa la sua destinazione.
l’incessante metronomo,
il paesaggio, mai si ripete.
Il prima alle spalle, lascia
quel che vedrà, attende.
nel mezzo solo il nulla,
l’attesa costante.
Alla stazione lo saluterà,
gli dirà addio, l’ieri!
Salirà impervie montagne,
costeggerà ridenti coste.
Agli snodi dovrà sceglier,
un binario, uno solo!
“Non pensare oh treno mio
Che non potrai tornare! ”.
Subisce adesso la pioggia,
che trasuda all’interno.
E così, progressivamente,
la ruggine lo consumerà.
In questa attesa
tra acuti aneliti di vapore
e sordi cigolii metallici,
procedi, va a destinazione!.
2001 (da “Senza Timone”)