Bastarono pochi attimi
per cancellare il passato.
Bastarono pochi attimi per sprofondare
sotto la propria stessa casa.
Secondi per capire che tutto sarebbe andato perso.
Piedi nudi, nel freddo della notte,
passi stanchi di gente vuota negli occhi,
Tremore di mani per la famiglia che non troverai mai più,
o forse giace già inerme sotto pietre e ricordi.
Bambini senza vita riapparire alla luce,
e madri senza più voce correre lontano.
È bastato poco per cancellare vite,
sogni, sacrifici di chi aveva solo i mattoni di una casa.
E la terra trema, e non smette di tremare,
finge di esser santa e intanto è carnefice spietata.
Finge di fiorire e appassisce tutto al solo movimento.
Bastarono pochi attimi per rendere
tutto insensato,
un incubo oscuro, freddo,
come la notte della tragedia.
E non ci furono più grida, la voce manca,
le braccia stanche,
il sudore di chi non si arrende,
e scava, riporta alla luce,
tenta di guarire e cuce.
Non ci furono più palazzi, cancelli, cibo e sorrisi,
la terra scuote non fa caso ai nostri visi.