Città nella conca
inquinata di spine e veleni
come plastico appoggiato
da un gigante fanciullo
che gioca
con i suoi amici immaginari...
scacchiera impazzita
ammassata nella valle
del quadro dipinto ad olio
da grottesco pittore
senza tavoletta...
che cerca il colore
macchiandosi
gli occhi di grigio.
Quel silenzio
in fondo alla discesa...
è fastidioso brusio
di frenetici spostamenti
di gente
con lo sguardo basso
sporcato di asfalto
e livido di opacità...
sembra così lontana
la presa
della morsa ormai spanata...
schiava della paura
e affannata di stordimento.
Anime senza testa
che frullano intorno alle piazze
abbandonate ai loro dolori
mascherate a festa...
rantola la gioia
nei vicoli ciechi
di massa rumorosa e tremante...
che scalpita sull'unto
di strade brulicanti
di volti senza vita.
È solo un presente morto
di un passato sepolto
dalle sue stesse macerie
di tristi nobili decaduti
della loro povertà interiore...
con i fili dei loro pupazzi
sfilacciati da guerrieri
illuminati di arcobaleno...
pronti a fuggire
brandendo
armi affilate
da lingue taglienti..
di cuori ribelli.