username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Amore

Sotto la mia pelle ribollono
flussi di sangue inespressi
che graffiano con nervosi
scatti questa pagina.

Se mi volto sul fianco
opposto alla parete,
la dura medicina
nei momenti amari,

getto l’occhio sul piccolo mondo
che ho provato a costruire.
E più lo guardo, più sento
un’insoddisfatta delusione.

Ma qui ti penso e abbraccio
teneramente il mio cuscino
e stimo buono l’intervallo
del distacco, che la tua vista

m’allontana.
Perciò mi sento invece soddisfatto:
come l’averti è anche
stringerti solo un poco.

Come l’averti è
pressappoco, il soffice contatto
con questo tardo simulacro.
Vorrei amarti, ma

la strada è quella
che dice la luce alle falene
sentiero di complessità.
Eppur presagio

mi sembra questo gioco
a due, questa rinuncia
che al posto della bile nera
si fa teneramente inchiostro.

 

0
6 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

6 commenti:

  • Claudio Tuccillo il 14/10/2010 19:13
    Complimenti davvero, ispira tantissimo
  • Anonimo il 27/07/2009 20:11
    Gianni... complimenti per il commentone!!!!!
  • Anonimo il 27/07/2009 19:56
    stupenda!!!
  • Anonimo il 25/07/2009 10:46
    mi piace...
  • Anonimo il 16/04/2009 13:30
    Arùspice (“eppur presagio mi sembra&rdquo dell’amore e dei suoi sempre insondati misteri (“sentiero di complessità&rdquo è il nostro autore che con il lampeggiante caducèo della penna poetante si spinge coraggiosamente e, aggiungo, sapientemente (per sensibilità e precisione stilistica) a scrutare nei doloranti visceri della propria passione, nel tentativo di illuminare con la torcia del cuore, laddove quella della ragione abdica a se stessa, gli angusti e tortuosi camminamenti che segnano il tragitto delle anime quando queste sono, in quanto staccate nello sguardo delle cose terrene, vieppiù visibili e fisicamente percettibili nei violenti rivolgimenti dei “flussi sanguigni”. Perché l’amore ha sempre il proprio angoscioso risvolto nel dolore, la passione nel gelo e nella fissità del distacco (gli invocati simulacri), la vicinanza nella lontananza. Ma anche quando quest’ultima sembra farsi incolmabile per la finitezza dei corpi, non lo sarà mai abbastanza per l’arte e per la poesia (“la rinuncia che al posto della bile nera si fa teneramente inchiostro” e ogni qualvolta l’amore trasvolerà dimentico al di là dei nostri capi volti alle bianche pareti della ritrovata solitudine ci saranno sempre gli indelebili graffi del poeta a sfregiare quell’insostenibile bianco con le vibranti immagini della passione creatrice, mai prosciugabile sorgente dei rinnovati “scatti” dell’anima. Gianni Cipriano
  • loretta margherita citarei il 14/04/2009 21:18
    carina

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0