Siedo su un panchina di ferro,
ho gli occhi aperti e fisso l'orizzonte.
Vedo esseri immondi e anime amate,
vedo ricordi cancellati e nuovi futuri,
vedo con un occhio il nero e con l'altro il bianco.
Non mi sono mai accorto del mio strabismo.
La nebbia è scesa,
le luci diventan soffuse e fioche,
il nero e il bianco sono diventati unicamente grigio.
Siedo sull'erba di un prato senza fine,
ho gli occhi chiusi e continuo a fissare l'orizzonte.
Ora sto cadendo in basso verso l'oblio posseduto dai diavoli.
La mia anima si solleva verso l'alto in compagnia degli angeli.
I miei occhi continuano a fissare l'orizzonte.
Poi mi sveglio.
È stato solo un brutto sogno.
O è stato un meraviglioso incubo?
Ma dove sono ora?
Incomprensibili risposte giungono dal basso.
Chiari versi scendono dall'alto.
Alzo gli occhi e vedo un pavimento.
Abbasso gli occhi e vedo i cieli.