Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino,
quand’era ancora buio, e vide che la pietra
era stata ribaltata dal sepolcro
(Gv 20, 1)
Pietra tombale davanti al cuore
masso informe che oscura la fede
e non permette di cantare vittoria
per la sconfitta della morte.
Eppure il sepolcro è vuoto e io
continuo a piangere senza speranza;
talmente la morte è conficcata
nella mia natura, che la porto nel cuore.
Non spero la vita, conosco solo il dolore;
fuggo lontano dai sepolcri sigillati
e mi trovo a vagare in mezzo ad essi.
Tutti sono morti, ben dentro la tomba.
Sepolcri imbiancati, giardino dei morti,
tombe monumentali che contengono
i cadaveri di quelli che non sono più amati
oltre la barriera della morte.
Eppure la tomba di Cristo è vuota,
spalancata dalla forza dirompente
della vita che nessuna fossa
può trattenere nella fredda terra.
E Gesù risorge dalla morte per me,
abbatte i muri della mia disperazione,
infrange il cuore sigillao, apre all’uomo
un nuovo orizzonte di eternità.
Ora mi sento amato da Dio
di un amore che attraversa il sepolcro
per entrare dentro di me, facendomi
rialzare dalla prostrazione mortale.
È l’amore che rimuove la pietra,
l’amore che trasforma il cuore;
è l’amore che vince la morte,
l’amore che mi fa finalmente amare.
Da questo saprò che sono vivo per sempre:
se porto in me la radice dell’amore;
Cristo risorto abbatte i muri,
rotola via con forza l’inutile masso
perché ormai la tomba è vuota
ed ha riempito il mio cuore
della luce sfolgorante dell’amore
che risuscita i morti Alleluia!
12, iv, 2009