Fermo,
preciso,
immutabile
un efficiente vagone...,
sul binario morto
di un'attesa senza fine.
Un orologio che scandisce
apatiche ore di giorni uguali
ad attimi leziosi,
inutili tentativi
a smuovere cellule
abbandonate dalla vivida tentazione.
Una guerra che non scoppia mai,
un armistizio che non sa di pace,
munizioni a salve
più pericolose di quelle vere,
mentre io muoio
senza cicatrici evidenti
di ferite sempre aperte
con un sole che si spegne piano
sopra sogni di giovane fanciullo
con ali grandi,
troppo grandi
da non trovare l'aria e il sogno
a farle spiegare, immense.