Tra inanimate gelide rocce
nella rada erba arida
a condurre affamati armenti
mi accompagno al tuo ricordo.
Mentre trangugio l’acido kefir
smarrisco i sensi miei
in quel sapore asprigno
ritrovo il gusto dei baci tuoi
mentre rumini tabacco.
Munger le mammelle delle capre mie
è come accarezzare il seno tuo
benché meno sodo e più cadente sia.
E quando il monte eclissa il sole
dal freddo nella tenda mi riparo
giunge allora Kajna a riscaldarmi
donandomi le terga per conforto
così io la possiedo a te pensando
e quando il vello le accarezzo lieve
mi pare di sfiorar la pelle tua
anche se un po’ meno fetore emani.
Sei anche tu amor la mia ricchezza
che se dovessi cederti al baratto
non lo farei per men di otto bestie.