Eccoti dea nera
attraversare la mia via
ghigno biforcuto
angelico sostegno
ed io ti guardo
Eccoti figlia del cosmo
somigliare alle mie lacrime
e al dimenticare
Le corone sono apposte
tra le fila disperse
controverse
ostinate
acide
I tuoi coriandoli
ricoprono strade d’amplessi
e sfide
e occhi di paglia
e sommità di spade
Infila la tua lama
nella mia gola riarsa
passa da parte a parte
questo liquido chiassoso
azzittiscilo
soffocalo nel suo sangue
Non urlo più
Non canto più
Consolo questa asfissia
immergo la mie scaglie
e mi diletto al nuoto
nella tua pece
Eccoti svergognante
eccoti
possedermi
e stringermi nel tuo gorgo
attirarmi
Solitudine
Ti amo da impazzire
quando mi uccidi
e fai tacere
Ti odio a morte
quando mi lasci
tra le finte, gracidanti, vuote,
tra le orrende inutili capigliature
di tatuate, vecchie
rane