Nel mio ritaglio di cielo,
comparsa di un teatro
nei mattini di scrivanie
e cestini di fogli d’albero,
concentro sguardi
dalle liste inesauribili,
fotogrammi innumerevoli,
flash che si accavallano
come le mie gambe
e i miei sospiri
Il cibo portato alla mia bocca,
le lune inciampate in pozzanghere
di scelte,
propositi come biglietti a basso costo,
enunciazioni
alla memoria di dolori spettrali
Mantide dispettosa
la corda che mantiene il mio
ingegno
che sostiene le allegorie dei miei
postumi
che adultera sapori coscienti
con eccipienti infidi e furbi
come gnomi indaffarati in un bosco
come sogni insospettabili di spine
La benda sugli occhi
e vidi
che l’amore compare nel buio e nel silenzio
e te li ruba entrambi
come del resto
te ne fa dono…