Allora aprì la loro mente
all’intelligenza delle Scritture.
(Lc 24, 45)
Lento il cammino della conoscenza
del Dio che si rivela nella nostra carne.
Preferibile un Dio numinoso, potente,
onnipresente e molto lontano.
Gesù entra nella storia del mondo
e, come uomo, si presenta rivestito
di tutte le realtà che compongono
la vita, con il suo travaglio quotidiano.
Si china per portare le nostre sofferte
lacerazioni, fatiche, lacrime e poche gioie;
ha compassione di tutti, senza aver pietà
per se stesso: per questo si offre alla morte.
È difficile vedere Dio sul volto lacerato
del servo sofferente, imbrattato di sputi,
che porta la croce per necessità
di un disegno misterioso di salvezza.
Era necessario assumere la carne
fragile, indifesa, creatura di morte,
per entrare nel mondo di luce
che lui stesso inaugura da risorto.
E io non comprendo, sono confuso,
perché ancora non so riconoscerlo
risorto nella mia vita ; continuo
a non credere che la sua vittoria è per me.
Aprire gli occhi delle fede, per vedere luce,
è molto di più che riconoscerlo vivo :
non è un fantasma, si nutre e cammina,
ma non muore più, è semplicemente vivo!
In Lui tutto il mondo vive, la storia
ricomincia il suo corso, gli uomini
diventano eterni, l’essere si trasforma
e le persone amabili, vive, gioiose, per sempre.
Gesù si trasforma in pane spezzato,
amore condiviso, speranze piene di certezze
per tutti gli uomini che ancora non credono
al miracolo infinito dell’Amore risorto.
Anch’io, rinato, cammino nel mondo
a fianco dei fratelli, annunciando loro
i compimenti delle attese di vita,
aprendo menti i cuori alla gioia ritrovata.
Si sono aperti gli occhi dell’esistenza
che trasformano uomini e cose,
rinnovano cuori affranti e sfiduciati
e colorano il mondo di festa senza fine.
Con la speranza negli occhi
e la fiducia nel cuore, Gesù continua
a risorgere ogni giorno per noi,
lungo le strade infinite del mondo.
26, iv, 2009