Nel più lungo viaggio pochi raggi
da quel mondo sconosciuto
solo un sordo segno men voluto che temuto.
Un candido dolore, benvenuto sognatore.
Ringrazi per la luce, buio e non rinneghi.
Soffio arrivato, respiro levato.
Dal giorno del regno, che tutto sia un segno?
Notti d’insonni pianti, i tuoi sogni infranti
e continui a pregare, non hai paura di annegare.
Fere macerie e dov’è il timoniere.
Urla di perle, chiusi in una cella.
Nulla di certo e tutto perso.
Distruzioni e crolli, siam tutti folli.
A capo dello stivale si finge
e quell’altro, ponte fra cosa dipinge.
Onnisciente ma non onnipotente,
perché c’è la speranza ma non si vede nulla in lontananza.
Ancora nebbia, ancora pianti e li senti quei rantoli.
Una nuvola nera, mai una visione mera.
Se questo è bene e male è cadere
più giù cadremo quando ci alzeremo.
Ma arriva anche il tempo di dormire
e allora forse sapremo…
Dio dov’è.