Non capisco
questa mia insana voglia di libertà,
non capisco
il mio estraniarmi da dorate prigioni,
non capisco
se sia un segno la mia equilibrata follia.
Di vuote donne ebbi il corpo, l'abbraccio
non mi sentivo forte, ero solo un pagliaccio
esser quello che gli altri credevano che fossi
oh quale narcisistico supplizio.
Forse l'utopica gioia che ricerco
sta nella continua ed immutata fuga,
come una mite e triste rondine
cambia nido al passar di primavera,
come un operosa ed indomita ape
di fiore in fiore pregusta il dolce nettare.
Ma io una rondine non sono, nè un'ape,
solo una pigra anima errante, e nulla più.