Come in gabbia,
chiusa nel mio timido tremor,
mi feci male al sole
sfiorando le labbra tue.
E come se l’albero in fiori appassisse,
in piena primavera,
e non seppi più rispondere se fosse vita vera.
Come riflessa nello specchio dei tuoi pensieri,
e il giusto sfugge all’animo fragile e tenue.
E come un cielo apparvi al mondo,
nuotavo nell’aria e ingoiavo le paure.
Come il niente oscuro e bianco,
mi nascosi nella luce,
e lo sbaglio sentivo ormai
come un cuore zuppo di follia.