È verde il campo intorno alla dimora
e l’uscio si apre
a lontane piazze gremite
È discendere il fiume la danza più bella
saltare tra le rocce
piedi nudi e sinfonie di fiori
Comporre piroette e inchini
al merlo e la gazza
al ragno dalla tela imperlata
all’ape affaccendata
alla instancabile schiera di formiche
al pettirosso passionale piuma
Percorrere il sentiero
di papaveri riempire l’occhio
fino al suono
di tamburelli e corni
e piccoli piattini di metallo
Scorgere colori
e musiche e sapori
di una vita terrestre ancora intatta
Fatiche e insonnie non sembrano scalfire
sorrisi di madonne bianche
e dei cavalieri l’orgoglio di battaglia
Né di una Regina alla finestra merlettata
in attesa del Re
della sua Rosa
Questo il sorriso di Cielo
questo l’abbraccio vittorioso
questo lo sguardo sognato
d’un sogno mai abbandonato
E le mie trecce sciolgo
alla riva trasparente e fresca
che bagna le mie sponde
morbidi sospiri
E diluita é la mia figura nel movimento lieve
mentre immergo il mio purpureo destino
nel tuo cobalto
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