Dentro la tela sta assorto il pittore.
In giro si dice che impressiona
ogni vuoto che trova.
È vecchio e dal polso malfermo
per rincorrere forme e contorni,
sciaguatta il pelo di martora
e ne estrae fantasmi
di colori informi.
Quanto greve languore
si stende dal polso alle dita brillanti
e infanga un bianco purissimo:
ma è esprit de finesse,
dice chi conta.
Dentro i toni sbavati
si consuma elegante
l’infamia dell’arte ignorante.
Nelle arringhe al realismo in cancrena
riesce a vestir di principi
lo spirito indolente
dell’amaro che lo circonda.
O forse nel quadrato che abbraccia
può truccar di sfumati
le crepe d’esistenza
che nessun uomo comprende
o affronta.