Seni alloggiati a stento,
glutei cadenti,
trofei d’un tempo lontano!
Come merce a saldo,
tu, sulla bancarella dell’usato,
al mercato dei desideri alterati.
Annego in un mare di carne,
mi lanci il tuo giro vita,
come scialuppa a salvarmi!
Scoprendo il velo dei versi scorgo una femminilità ostentata, paura di non essere più donna. Si svendono desideri di carne pur di rincorrere un piacere che ormai non è più del corpo ma appartiene ad altro.
<<Il tempo passa ma non preoccuparti le misure dell'incanto sono anche altre.>> Sembra quasi di poter parlare alla tua poesia. Stupende le parole "mi lanci il tuo giro vita" dove la rendi partecipe del suo ridicolo gioco fin lì co-protagonista del "tempo lontano", vero ed unico giudice inappellabile che divide, in questo caso, cio' che è brutto da cio' che è passato.
Mirabili Versi
Anonimo il 14/05/2009 23:52
Triste e cruda... il più delle volte la verità offende... il tempo impietoso tiranno incalza e ti chiede risarcimento... Non c'è realtà che sfugga a questo assioma!