Dal fondo delle tue discese
di capelli a perpendicolo
di tempra e lucentezza bronzee
come gomene di vascello
scruto altezze e sentieri
intrecciati o mossi
da parole e sorrisi d’alisei
abbaglio arrampicate
e salite a sorpresa
su fenditure pulsanti
di cuore o fra tornanti
e rapide di arterie
come autostrade scagliate
verso il tuo cuore
inforco svolte alla cieca
di gomiti marmorei
e ginocchia che Fidia
in visione estatica sognò
di rosa tinti o paonazzi
da fiaccole d’alba
o accarezzamenti di rosai
o trasvolate di organze
di malve fiammanti intessute
su labbra di porpora
come terrazze coralline
nel vuoto sospese
mi sollevo e respiro
aria azzurra di cielo ed annego
l’ultima scaglia di senno
nel verde lago dei tuoi occhi
l’eco del mio amore dissennato
mi torna appresso in cerchi perfetti.