Ero una bimba,
con i capelli rossi
e gli occhi verdi,
un corpo esile
e due seni acerbi,
come pesche
prima che il sole,
le faccia indorare.
Principessa di papà ero chiamata,
figlia diletta, super amata.
Solevo sognare,
nella soffitta ballare,
al suono di un gammofono
che un valzer lento,
di Strauss, suonava.
E nel mio fantasticare,
un bellissimo giovane
mi faceva volteggiare,
come in una fiaba d'amore.
Ma il drago del male,
imprigionò mio padre,
crollò il mio castello,
più non ebbi la voglia
di giocare.
E venne un orco cattivo,
un demone del male,
per amico di papà
si fece passare.
Cominciò il mio corpo
ad accarezzare,
un gioco segreto
cominciò a fare.
Caramelle, cioccolatini,
bambola e burattini,
così voleva ricompensare,
l'innocenza di una bimba, pagare.
Ero bimba, volevo sognare,
pura nel corpo e nell'anima,
non potevo allora pensare,
che mi facesse il male.
E quel giorno
che l'amiche di scuola,
avevo quindici anni allora,
del sesso si misero a parlare,
compresi la cruda realtà.
Piansi e l'orco cattivo odiai
e mai potrò perdonare
chi uccise
me, piccolo fiore.