a volte mi fermo,
mi guardo allo specchio e non so cosa vedo,
un’immagine che però già descrive.
ma cosa?
troppe volte con l’occhio cade poi per sognare ancora,
ma le palpebre sbattono e il loro interno si gonfia;
non sono solo parole,
non sono solo immagini
e non è solo tempo.
e non è frutto di ragione!
vivo ancora del motore del mondo,
e anche se “fidarsi”
è un aggettivo troppo importane,
e con lui tutto si è sgretolato,
l’àncora è questo cielo,
che non mi fa più sognare,
ma mi porta semplicemente via
via per quegli istanti che i miei occhi umidi si fermano ad ammirare
è allora che davanti allo specchio l’immagine diventa nitida