No,
non c'è più paura
nel raggio di Sole
dell'appena sveglio mattino.
No,
non c'è più timore
nel suo rosso, ultimo, sbadiglio.
No,
non c'è più lacrima
ad offuscare la nascente Luna.
Non copre più, fetida condensa,
la luce cristallina del grande cerchio.
Il requiem di un gufo solingo,
appare, un violento sonetto
profumato di bianco velluto.
La muta voce della notte,
culla il sonno dell'antico demone.
Silenzio.
Non odo più i perfidi pensieri di vendetta
dell'animo ferito.
"Ogni capra nel proprio recinto"