La mia vita
è un campo
e l'eterna, divina mano,
del celeste contadino
v'ha tracciato
sochi con l'aratro,
seminadovi un chicco di grano.
Crebbe il germoglio,
l'esile spiga verde
il vento dell'amore la sfiorò,
il turbinio della tempesta non la spezzò,
protetta dal Signore,
l'erba malefica non soffocò
la mia voglia di vivere e sperare.
Ora sono spiga matura,
dorata dal sole,
riflessata dal Puro Amore,
darò la mia farina
per il suo pane,
quando la falciatrice mieterà
e del mio corpo
solo gialla stoppia rimarrà,
dispersa nel vento.