Tu, mio uomo,
del giardino dell'Esperidi,
sei la deliziosa
mela d'oro.
Ed io, Ulisse
al femminile,
lasciai il talamo
d'Itaca,
per dimenticare
il dolore
e m'imbarcai
sulla nave dei sogni,
per approdare
nel tuo giardino.
E come Ulisse, peregrino,
di notte
adoro Venere,
perchè ti posso sognare,
ma di giorno
maledico Cupido,
che per beffardo gioco
del destino,
trafisse con la freccia
il mio cuore
e tu mi sei lontano,
mio amore.