Non sò quale malvagio
dio dispettoso,
m'ha fatto incontrarti, ieri.
Gli occhi si sono sfiorati,
parlano ancora di desiderio i tuoi,
i miei non conosco più
il linguaggio dell'amore
a te rivolto.
L'orgoglio di donna ferita,
la mia dignità femminile da te violata,
mi distolgono dagli inganni
che dolci ricordi
costruiscono come sottili ragnatele.
Ti ho volutamente ignorato.
Ma quando t'ho visto girare l'angolo
ed andare per la tua strada,
il fumo acre della sigaretta,
ha disegnato nell'aria,
ciò che fu l'amore mio per te,
ho ripensato al tuo corpo, spiaggia infinita
lambita dai miei baci,
oasi di deserto
che placava la sete della mia passione.
Attimo, un fugace attimo
e la convincente consapevolezza
di sapere che tu mai mi hai amato,
mi fa dire chè è stato meglio
perderti che averti.
E penso che sia un riverbero
della solitudine,
se ancora, qualche volta, di sera,
le gitane stelle
narrano storie d'amore,
ripensando al tuo sorriso
un doloroso fremito
il petto, mi trafigge.