Vecchia,
ti chini a tendere alla terra la tua bianca
chioma,
mentre la luna ti dà l’ultimo bacio.
Addio grande e immensa dea.
Il giardino fiorito è dietro il cancello
Dei rovi
E tu ricordi il tuo corpo giovane,
esile e fresco.
Ora, mostri al cielo le tue mani secche,
enormi, lunghe, scoperte,
offri il tuo mantello nero,
curvo è il tuo corpo stanco.
Da madre,
attendi il rumore del mare dei sentimenti
nella conchiglia dell’eterno,
ma il tuo orecchio ormai,
non avverte alcun suono.
Allora, beata ti assopisci,
mentre scende su di te l’ombra scura
di questa corta notte,
profumata di primavera odorosa.
Vecchia,
ti chini a tendere alla terra la tua bianca
chioma,
mentre la luna ti dà l’ultimo bacio.
Addio grande e immensa dea.
Il giardino fiorito è dietro il cancello
Dei rovi
E tu ricordi il tuo corpo giovane,
esile e fresco.
Ora, mostri al cielo le tue mani secche,
enormi, lunghe, scoperte,
offri il tuo mantello nero,
curvo è il tuo corpo stanco.
Da madre,
attendi il rumore del mare dei sentimenti
nella conchiglia dell’eterno,
ma il tuo orecchio ormai,
non avverte alcun suono.
Allora, beata ti assopisci,
mentre scende su di te l’ombra scura
di questa corta notte,
profumata di primavera odorosa.