Affila le tue armi, rosse, lunghe
e non contare i segni che lasci ogni volta.
Una carezza tra cielo e mare
sfiorandomi ogni volta con il profumo della tua pelle,
uno sguardo più lungo di un addio
giocando complici tra amo e lenza,
un graffio vampiresco, lento, avido,
stringendo, intrecciando,
sfuggendo, amando.
Come burro a colazione
scioglimi abbracciandomi,
come filetto gustami al sangue.
Ora lecchiamoci le ferite
ci apparteniamo,
ci completiamo.