È fauce spalancata, l’ingresso,
fagocita ingordo e rutta.
Cessano improvvisi odori e pensieri,
rumori e voci, ma non preghiere.
Qui vige incontrastato il silenzio,
interrotto da trilli supplichevoli.
Asepsi assoluta anche nei sorrisi
e stanze disadorne, bianche, uguali;
tutte gemelle contenenti gemelli.
In contatto telepatico tra loro
narrano le proprie sventure:
solo lampi distratti, in occhi spenti.
Come graffiti sui muri, crocefisse,
le impronte di anime transitate.
Un icona Sacra celata dalle attese…
Colgo dal prato un piccolo fiore giallo,
lo depongo tra i petali di una rosa votiva.