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Senza capire...

Steso verso l’alto,
il braccio sinistro,
alzava il calice,
per un brindisi
d’amore e giustizia,
mentre il braccio destro,
nascosto nell’ombra,
e complice d’un vile silenzio,
affettava carne nobile,
vicinissima al cuore.
Il sangue doveva avere,
un odore più intenso,
dell’aroma fruttato del vino,
e quella fraterna carne,
doveva avere un sapore,
più appagante di qualsiasi
tartina al salmone,
perché invece del burro,
era condita col sapore
della vittoria.
Con mezzo cuore,
entrai in chiesa,
senza chiedere nulla,
senza sperare niente.
“Nessun profeta è in patria”
e “nella debolezza, sono forte”.
Senza capire la Parola,
ma con tanta speranza, uscii.
Il mio carnefice, era ancora lì,
a festeggiare …

 

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6 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Alessandra il 25/09/2015 13:23
    Testo davvero ben costruito, parole molto forti ed intese. Trovo sia molto complessa, esprimi davvero tanto.. complimenti.

6 commenti:

  • Pablo X il 20/07/2009 14:54
    Bravo, saper perdonare è segno di grande forza e grandezza di animo.
    Anche se io non porgerei certo l'altra guancia. Bella poesia
  • Cinzia Gargiulo il 08/07/2009 15:16
    Il braccio sinistro e il destro sono in contrapposizione. Il primo esprime amore il secondo quasi è espressione di un desiderio di vendetta. Questo è ciò che appare da questi versi. Quando questo tipo di contrapposizioni si verificano all'interno della propria famiglia la sofferenza non solo è inevitabile ma immensa.
    Spero che il Signore vi illumini tutti.
    Sai quanto io sia sensibile a problematiche familiari.
    La tua poesia a parte il contenuto molto personale è molto ben costruita.
    Baci...
  • Anonimo il 06/07/2009 23:55
    chi fa il primo passo, chi cede per primo, è sempre il più forte.
    Debole è invece chi rimane arroccato nel suo rancore, chiuso ad aprirsi all'amore e al perdono. Quando le vicende descritte sono inoltre vicende private, quindi vissute, qualificano maggiormente l'autore per il coraggio e l'umiltà nel condividerle.
  • Aedo il 06/07/2009 23:30
    La tua spiegazione mi ha fatto recepire ancora di più la tua bellissima poesia, nata da una sofferenza immensa. Rinnegare un fratello è qualcosa di inaudito e tu devi averla perdonata, abbracciandola nella fede. Segno di una grande maturità. Ti sono vicino.
    Ciao
    Ignazio
  • Fabio Mancini il 06/07/2009 22:45
    Se il problema era la complessità, allora la spiego:
    Nella nostra duplicità esaltiamo gli aspetti positivi (la giustizia e l'amore, al 5° verso) ma al contempo bramiamo candide vendette, specie se altre persone sono consenzienti, o omertose verso tali forme di violenza. Secondo le parole dell'apostolo Paolo è nella debolezza che siamo forti. Contestualizzando la Parola di Dio nella mia vita privata, mia sorella che mi ha rinnegato e che da 4 mesi mi ignora e si comporta come se nulla fosse e pensa di aver vinto chissà quale battaglia è nella realtà dei fatti, una perdente come me. La sofferenza che mi sta facendo patire, non resterà fine a se stessa, ma servirà alla gloria di Dio. So che a seguito di questa affermazione, potrei essere individuato come un esaltato, ma le Sacre scritture sono piene di miracoli, ogni qualvolta Gesù pronunciava che ciò che stava compiendo (la guarigione, o il prodigio) era per la gloria del Padre. Per cui, non capirò mai fino in fondo la mia sofferenza (la mia croce) ma ho la fede che Cristo compia in me il prodigio più grande. Fabio.
  • loretta margherita citarei il 06/07/2009 14:01
    molto complessa, san paolo dice che quando si è deboli che si è forti, piaciuta

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