Stiamo a cavalcioni,
a cavallo su un moto imperpetuo
lui mi da le spalle,
fredda aria della sera,
'universo gira,
la terra intorno gira, nelle coreografie di dio non capisco mai se
fa corte o è corteggiata.
Si affaccia, alla finestra dei miei occhi,
sul cigolio delle ruote sul asfalto
mai vista così
uno spicchio di luna che scappa
come un fuggire di luce da una porta lasciata socchiusa.
Da quella fessura escono domande,
luci di dentro come fanali
che tagliano a fette la strada.
Alina, ti amo
tossisco,
passato il ponte su quale amore graffito
lasciò il messaggio per la sua amata.
Di gravità, di essere ed esistere,
gli bisbiglio sulla spalla
mentre lui porta la moto.
'E le stelle...'
/ridipingo domande/
'quel brillare che vediamo è già morto
lo sapevi...?'
Non insisto, lui trova le mie inquietudini,
banali
lui vive di pane e razionalità,
Le stelle gli sono indigeste.
E poi… tra il ruomore del vento e la mia voce che grida per farsi sentire,
la sua scelta, già l’ fatta. (molto tempo fa).