Sull'onda del deliquio
arrivo al bagnasciuga.
Sin qui, tutta la vita
come una tartaruga
ad arrancare in salita
e ora finalmente i due deliri esilaranti
della cima e della china che l'ha seguita.
Ma io me ne vado in dirigibile come niente!
La zavorra gliela mollo in testa agli astanti!
Mi faccio una dozzina di amanti!
Me ne frego di dire grazie scusi prego,
e niente salvagente:
tanto lo so che non annego.
La boa del ritorno la punzecchio e la colo a picco.
Vi dico "piatto ricco mi ci ficco".
Io tra la libertà e la licenza
oggi, a differenza di prima
scelgo entrambe di conseguenza.
E mi sbarazzo
dell'imbarazzo.
Metto le gambe a mollo e sguazzo.
Faccio la rima coll'incazzo,
faccio l'amore all'addiaccio.
Vi scivolo il ghiaccio nelle mutande,
vi faccio arrossire come educande.
Riprendo la mia storia dalle cose che ho lasciate
l'estate dell'80: i pezzi di fica in due pezzi,
i pezzi da novanta,
il sommergibile che fa la festa agli ormeggi,
la cabina degli armeggi, la cassetta degli attrezzi,
il soliloquio panegirico, lo sproloquio onirico,
ogni bella testa che mi infoia, ogni gioia pura.
La noia e la boria dell'abbronzatura
invece le lascio a chi mi sa di vecchio,
a chi resta, a chi ha paura. Faccio camorra!
E la mia sborra la dono a chi la ingoia
volentieri. Mica sono nato ieri. Non perdono più.
Voi direte che sono giù o alla deriva
o che è solo una fase: ma è una fase gran viva.
E in barba al Vaticano
io bacio il Capitano!
[11052009]