Della tristezza
Si presenta in finte vesti alla mia porta
infausta bellezza da pietà nascosta
vorrei non meritare il tuo amaro calice
poiché ciò che semini non cresce
che nella mente dei prescelti.
Sarai spada insanguinata prima che arrivi il giorno
e lascerai questo dolce porto
solo dopo aver banchettato e brindato
alla mia fragilità.
Ma ritorni sempre a rendere inquiete
le acque salmastre della mia giovinezza
e quello strano luccichio che noti
al tuo arrivo nei miei occhi
Non è gioia
Ne ebbrezza
Ne stupore.. bensì pianto
conosco abbastanza bene il tuo volto
e i tuoi intenti
tanto da intuire ciò che lascerai in me
quello che prenderai e non rivedrò più.
Salve tristezza,
lento e inesorabile panico
figlia del nulla
pallida schiuma dell’oceano agitato.