O Vaj
Come l’olio di cui porti il nome
nella più antica e nobile delle lingue vive
Scorri dal Centro fino al dito di chi scrive
E lo fai adirar sapessi come
O Vaj
Tu che scrivi con disinvoltura
e dell’italiano amministri
da bravo artiere almeno due registri…
vai ora, e abbine cura
ancora
e non lasciarlo mai
ma per favore Vaj
La poesia è altro
non è dell'uomo scaltro
che fa proselitismo
da un conformismo
divinizzato
no, è dell'avvinazzato
che canta in osteria
che inventa una bugia
vera, è per chi sa - lo sai? -
di non sapere
e non lo abbagliano le tue sacre sfere
annichilite dai volti
umani, né i tuoi pallidi riflessi capovolti
per cui pensaci ora
e vai,
o Vaj.