Dicono sia un pomo
la determinante d’una guerra
dopo le prime battaglie dimenticato
o divorato dalle sue ancelle
Dicono sia la tristezza
a commutarsi in polvere
e nel soffio che la alza dal suo sonno
esso la desta
per ricacciarla mischiata all’aria tersa
sulla se stessa in attesa e persa
Cosa dicevano
le nostre ragioni?
Ah si
che avremmo perduto
tutto
quanto
ma che poi forse l’espiazione avrebbe
scarnificato sacrifici e li avrebbe resi
coperte melodiose
e scudisci meritati
Porrò la massima disattenzione
bucando l’acqua col dito dell’assaggio
impasterò le mie visioni
ancora incredule
sgranando semi e occhi al tuo passaggio
e duale gemella della mia fronte
la mia nuca ti guarderà
scomparire
nel brivido acceso d’una nuova ferita
delle tue dita benedette sulle mia schiena