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Non ho che
alcove
deserte di voci, lette
sui tramonti
e passati di fiumi
e l’ombra dell’io a contemplarti
per un amore stato
e amato di foglie
negli autunnali accesi
al lume orizzonte di primavere
dove amare
era cibo e rumore
ora
che il mare mi ritorna
e il fiato del vento è sale e silenzi
e che lo sguardo nudo vede
l’andare andato, tracciato, come l’urlo di un volo
nel cielo d’agosto
nell’attimo di pensiero, fuggevole
immobile
ricordo
che ti ho amato.