Attraversava un momento grigio della vita,
Mariù.
Pioveva a dirotto ed ella, sotto la pensilina,
aspettava la corriera, l'ultima.
La corriera giunse: erano le ventuno;
Mariù salì col suo passo dolente e frettoloso,
un mesto saluto al conducente,
andò a sedersi all'ultimo posto.
Non c'era nessuno.
Le lacrime inondavano il suo volto,
ed il pensiero assorto,
a volte in corsa, andava lontano,
astrali traiettorie seguiva.
Una crisalide notturna
entrò dal finestrino semiaperto,
e girandole attorno:
le parlò: " Oh Mariù, Mariù,
non devi farlo più:
non si risponde al 'Capo'."
Mariù la guardò, la guardò gridandole:
"Vattene, bestiolina notturna!"
E la farfalla andò via e nell'andare
le disse: "Non te prendere, scherzavo."
Mariù ricominciò a piangere sempre
più forte: non le importava
nulla che la sentissero,
che commentassero, che mormorassero...
Ma le importava invece che qualcuno
le dicesse: sono dalla tua parte.
Ed ecco Poesia ed Arte le apparvero,
come in un sogno: avevan
gli occhi di cielo e i capelli... non so,
ma avean riflessi cangianti.
L'una vestita di bianco, l'altra
aveva un abito a fiori: le dissero:
"Non piangere: sappiamo il tuo dolore
ti tenderemo la mano, saremo
con te, da questa sera
e per sempre." Mariù alzò
gli occhi e fiduciosa le guardò
tendendo loro la tremante mano.
"Chi siete?"
risposero: "Siamo le tue sorelle."