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Quando la comunicazione è prevaricata da preconcetti
Ricordo...
Ed ha uno scricchiolio
la scrivania...
“Ma che cosa ricordo? ”
Al telefono, persa,
mi avvicino
Penso... A quando ero
in compagnia
e mi sentivo con la mamma
la mattina,
al meriggio
poi, alla sera.
Ora non c'è la mamma.
Stanno...
Le vecchie agende intorno:
disordinate, confuse...
Cerco... Tra i nomi cancellati,
una persona amica
che conforto mi dia
e un po' di compagnia.
Dalle agendine,
lo sguardo si posa
su una damina
di bianco vestita,
sopra il centrino
di colore rosa
e non è sola:
stan tutte vicino,
le mie statuine:
la pastorella con lo
spazzacamino,
e Cinderella,
la Bella addormentata...
La Bella addormenta,
s'è svegliata...
Al tocco lieve di un bacio.
Scende la pastorella
dalla collina al piano,
la mano nella mano
del giovin cavaliere.
Sorride Cinderella,
le ciglia inumidite
van bene le scarpine
del suo Principe azzurro.
Statuine...
Scusate se vi lascio
ritorno al mio apparecchio
che fu gioia e dolore,
oggi, tormento.
Compongo un numero:
nessuna risposta,
poi un altro, e un altro ancora...
Son predisposte le segreterie
che annullan le chiamate,
e seppelliscono i messaggi.
“Perché? Perché? ”
chiedono le statuine
“Nessuno ti risponde? ”
“Non so, non so...
Belle, lasciatemi ire;
la voce avete voi
di chi vi fece:
non vi serve il telefono
per aver compagnia. ”
Telefono...
Cara invenzione,
nata dall'amore,
di un tal Meucci
che amò comunicare,
oggi...
Sei caduto in disuso.
E non val cosa alcuna
comunicare.
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