Ascoltando parole adatte
circondata da sguardi composti
mi sentivo sola e esterefatta
assediata da quei pensieri indifferenti,
in un limbo si nascondeva
dalle insidie dell' ipocrisia
la sinceritá del dolore
Anch'io scrivo spesso al maschile, ma solo nei racconti.
Sento la poesia come qualcosa di intimo e personale,
però hai ragione anche tu: perché non calarsi ogni tanto
nei panni di qualcun altro? Cmq abbasso l'ipocrisia in tutte le sue forme.
Grande Gaber!
Ho immaginato le parole di convenienza dette dopo un funerale,
un divorzio, un licenziamento... A parte un e-esterefatta (ma non sei masculo?)
la tua poesia mi è piaciuta.
l' ipocrisia è la maschera del buonismo... è il falso preoccuparsi di chi pensa solo a se stesso.
non credo sia una novità e per me la colpa è anche della morale... fa pensare a riguardo una canzone di Gaber, il potere dei più buoni:
"La mia vita di ogni giorno
è preoccuparmi di ciò che ho intorno
sono sensibile ed umano
probabilmente sono il più buono
ho dentro il cuore un affetto vero
per i bambini del mondo intero
ogni tragedia nazionale
è il mio terreno naturale
perché dovunque c'è sofferenza
sento la voce della mia coscienza...
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