Vivevo quel tempo sospeso
tra il restare bimbi e il divenire uomini,
quel giorno mio padre mi aveva sorpreso,
del suo amore avevo saltato i confini;
era troppo occupato per insegnare
e n un collegio mi fece internare,
d’ improvviso mi obbligò a partire;
La mia spensieratezza lasciava morire.
Sul quel treno pensavo
alla lei che dimenticavo
agli amici che non avrei mai tradito
per loro provavo un calore infinito.
Erano ricchi i miei genitori ,
del potere gustavano i sapori,
io ero il loro figlio ribelle
nato con la voglia di volare,
alle regole ero imbelle
ogni giorno avevo un mondo da conquistare
Quattro anni nascosto
come un segreto immorale
come un sogno riposto
condannato dal non essere uguale.
I preti tutto sanno insegnare
tutto quello che non è amare,
tornavo con i desideri distrutti
mia madre del mio studio godeva i frutti.
Sentivo il rancore
di un ritorno che faceva rumore,
provavo il disgusto
dell’ amore ricevuto con costo.
Le idee non erano cambiate,
ma le voglie addormentate,
il risultato era stato ottenuto
della testa anestetizzando il contenuto,
degli amici gli sguardi stupiti
dei sogni, solo ricordi sopiti
non volevo più amare
non avevo nulla da regalare.
Tre anni lasciati passare
vivendo senza sperare,
cercando di non ricordare
che un tempo sapevo sognare,
Fino allo sguardo di quella bambina
fino a un incontro nella cucina
fino all’ ardore dove il cuore si cuoce,
all’ improvviso rumore di un sentimento senza voce,
chi lo prova non lo può spiegare,
chi non lo sente non lo può imparare.