Di gioventù profumava
primavera,
piena, spensierata, leggera,
c’eri anche tu.
D’intrepido coraggio odorava
l’estate,
frivola, illusa, spensierata,
padroni del mondo,
e tu frenavi.
L’autunno
premeva sui giorni
e s’avvertiva
sempre di più la sera
e mi tenevi per mano,
alunno.
Freddo,
ora presenta il consuntivo
l’inverno
ove l’attivo è vita,
il tempo il mio passivo,
riflettiamo insieme.
Le stagioni uscite
non pareggiano l'entrate,
il conto non torna
e lo dovrò pagare;
io sono pronto
non t’interessare,
tu resta.
(Agosto 2006)