L’onda batte e ribatte.
Sola sul ponte
aspetto che mi prenda.
Anche nella tempesta
potrò per un momento
respirare.
Una barca
una zattera
uno scoglio
una voce
mi porteranno in salvo
prima che anneghi
in me stessa.
Perchè "in me stessa". Sembra una fuga dal un nemico esterno che si vorrebbe esorcizzare non nominandolo. E poi dall'esterno, tu lo dici, ti aspetti anche qualche amico.
Grazie, Ivan. Quando sono allegra(lo ammetto, non capita spesso), di solito non scrivo.
Questi versi, comunque, non sono particolarmente tristi. Essere travolti dall'onda non è una scelta ma una necessità, in alcuni casi. Ma la speranza di salvarsi c'è... almeno finora.
Grazie, Antonio! Come stai? È parecchio tempo che non ti sento... per la verità frequento poco il sito adesso.
Approfitterò di questa sollecitazione per... venire a trovarti. Ciao.
Sino a quando qualcuno afferrerà la tua zattera, non sarai mai sola... Tanti soffrono, ma l'amicizia è sempre al di là del dolore. Brava, Maria!
Un abbraccio
Ignazio