Gli araldi intermittenti
l’avevano annunciato
ma erano scaltri
e lo dicevano a bassa voce
così sperare nella pace fu breve
come la corsa della guardia dall’alto
al basso del mio ponte
levatoio
Erano già entrati
su cavalli neri
in marcia per due
armati e sicuri
e la città-dubbio fu presa
senza la lotta d’una contraddizione
o nemmeno un tentativo
di difesa
Fu conseguenza logica
e triste
alzare il bianco della non scelta
al nero denso di quello sguardo assente
e al buio del buio del succedere
Fu un amaro sorridere
alla dolcezza del ghiaccio
quando calò in veli d’incomprensione
e graffiò l’ultima porta
del petto
Fu strana sensazione
consegnare un involucro irrilevante
come pegno di vicinanza
di condivisione
di sangue...
.. E penso ancora al mio concedere
senza seguire mai quell’odore
cosmico
che il mio istinto emana
incorruttibile
solo per la possibilità di doni semplici
chiamati coi nomi
di fiducia e bene