Giunse al villaggio un gran signore
lucente al sole come oro fuso
secondo a destra del gran Re Dario
per importanza di blasone e rango.
Cipiglio audace e prode in arcione
sguardo virile pur se confuso
dall'alto al basso squadrava fiero
le ricche vesti a sfiorare il fango.
- Frena cammello... lasciati ammirare!-
alla bestia da soma, il sommo richiese
un passo in piglio deciso, altero e greve.
Un'adatta parata insomma, seppure breve
ma la bestia fraintese e non lo rispose
e con rabbia ribelle si mise a scalciare.
Passava di lì travolto dall'ozio
anche Ismail, famoso ubriacone
con quel suo viso emaciato e smunto
la lingua tagliente del vinoso parlare.
Il giudizio già perso tra le pieghe del vizio
sbraitava risate all'inattesa visione
dalle falde del pianto cui presto era giunto
si fece beffe del sommo e del suo tribulare.
- Oh dotto signore... cos'è ma non vedi?
La torre d'avorio di quella sei degno
ma lascia la strada a chi l'ha eletta a suo regno
e corri ferito alla corte di Dario...
che chiami cammello quel tuo bel dromedario!-